Punto&Accapo è frutto dell’attività laboratoriale degli alunni del semiconvitto del nostro istituto.
Il giornalino scolastico è uno strumento efficace per la comunicazione con la pluralità dei linguaggi, all’interno della scuola e nel sistema scuola-famiglia-territorio.
La realizzazione del giornalino mira allo sviluppo di diverse competenze: linguistiche, grafiche, logiche, sociali e relazionali. Permette di unificare interessi e attività, di promuovere la creatività, di favorire una partecipazione responsabile e viva alla vita della scuola.
EDITORIALE 2024
E che “Punto&accapo” stavolta davvero sia!
Eh già, perché in questo anno scolastico anche per il nostro glorioso, ma forse un po’ polveroso e appesantito Giornalino, comincia una nuova avventura che lo porterà, dopo aver definitivamente perso qualche tempo fa la sua natura cartacea (chi ricorda ancora le copie “strillate” e distribuite ai genitori durante le varie feste del Convitto?) per acquisire una forma sostanzialmente digitale, a completare in qualche modo il suo percorso di affrancamento, snellimento e flessibilità, diventando sempre più a tutti gli effetti online.
L’aggiornamento e la pubblicazione delle notizie e degli articoli infatti avverrà con una periodicità più calzante e stringente. Questo speriamo - è l’obiettivo ed al contempo il desiderio - ci darà l’opportunità concreta di essere più tempestivi, di intervenire “giornalisticamente” in maniera più adeguata sui vari eventi che riguardano la vita e le iniziative del nostro Convitto così come nel commentare a modo nostro, perché no, le cose del mondo.
E naturalmente per poter fare tutto questo avremo bisogno di tutto lo straordinario entusiasmo della nostra rinnovata redazione, arrivando all’auspicio di coinvolgere magari in qualche occasione anche le singole classi, le singole professionalità della nostra istituzione.
Ma ora stop alle elucubrazioni e alle ciancie e meniamo finalmente le danze: e che “Punto&accapo” davvero sia!
GENNAIO 2025
Quando il convitto diventa casa... intervista ai convittori
Noi ragazzi del giornalino abbiamo avuto l’opportunità di intervistare sia pur per poco tempo due dei ragazzi che vivono nel convitto residenziale, strappandogli, cosa di cui li ringraziamo ai loro tanti impegni quotidiani e ai loro impegni di studio e ballo.
Davis ed Elia ci hanno raccontato la loro storia che vogliamo condividere con voi.
Davis ha 14 anni e viene da Siracusa, è arrivato al Longone ormai da tre anni, frequenta il liceo coreutico annesso al Convitto e studia danza all’Accademia del Teatro alla Scala.
Elia invece viene da Firenze, si è trasferito al Longone da settembre e anche lui studia danza all’Accademia del Teatro alla Scala e frequenta la stessa scuola liceale di Davis.Abbiamo chiesto intanto ad entrambi: “Come fate a gestire lo studio e il ballo?”
I ragazzi ci hanno spiegato che la loro settimana è diversa da quella degli altri studenti, perché dal mattino presto (con orari che differiscono a seconda del calendario settimanale dell’Accademia) e fino alle 16:00 circa fanno le loro lezioni di danza mentre dalle 16:00 alle 20:00 circa sono al liceo, che è dunque per loro una sorta di scuola serale.
Davis ci dice “La mia scuola e la mia Accademia comunicano tra di loro e il nostro percorso scolastico tiene conto dei nostri impegni di danza”. Infatti ci spiegano che i loro insegnanti di danza partecipano in maniera fattiva agli scrutini e che, proprio a causa delle lezioni di danza, il curriculum scolastico non prevede Educazione motoria".
Un'altra domanda che ci premeva fare, considerata la loro età e la distanza da casa è “I tuoi genitori ti hanno mai ostacolato?”.
Davis ci ha detto che la mamma e il papà lo hanno sempre sostenuto sia economicamente che moralmente, e anche Elia si è sempre sentito appoggiato dalla sua famiglia nelle scelte che ha fin qui intrapreso.
La cosa che naturalmente ci incuriosiva di più (hanno pochissimi anni più di noi e molti convittori entrano al Longone in prima media) era come dei nostri coetanei riuscissero a prendere una decisione così importante, quella di decidere di trasferirsi in una città, lontani dai genitori per seguire i propri sogni.
Questi ragazzi ci fanno da esempio, perché ci fanno capire che niente è facile, ma se vogliamo realmente qualcosa bisogna fare dei sacrifici per quello che vogliamo.
E’ stato molto emozionante incontrare Davis ed Elia e speriamo presto di farvi conoscere altre storie di convittori.
Alessandra, Carolina, Simone, Greta, Giovanna e Maria
dialogo nel buio: laboratorio alla fondazione Istituto dei Ciechi di Milano
Il 17 dicembre le seconde medie del Convitto Longone sono state chiamate a fare un'esperienza decisamente particolare, un laboratorio sensoriale, nel quale comprendere davvero quanto ci affidiamo (e al contrario quanto sottovalutiamo) i 5 sensi.
Il laboratorio è organizzato dall’Istituto dei Ciechi di Milano e si tiene ormai da anni all’interno dei loro uffici.
Appena siamo arrivati ci siamo accomodati in una stanza dove abbiamo aspettato che ci chiamassero a gruppi di circa 6 persone per andare a fare questa esperienza e nel mentre si aspettava si socializzava o giocava tra le due classi.
Quando si è chiamati ti portano in un’ altra stanza (sempre con la luce accesa) e ti danno un bastone poi ti portano in un’ altra stanza con la luce accesa, per conoscere la guida non vedente o ipovedente: a questo punto le luci si spengono e si attende un po’ per vedere come si reagisce per poi andare effettivamente a fare il percorso.
Nella prima stanza al buio viene riprodotta la situazione di un giardino con piante, in quella successiva ci sono dei disegni su rilievo di alcuni monumenti, delle frasi da decifrare e alcuni animali o cibi.
Ma la vera esperienza è notare come all’interno di questo percorso si ribaltino le posizioni: al buio infatti è la persona ipovedente a “vedere” e a guidarci in un percorso che per noi invece era accidentato e complicatissimo, soprattutto all’inizio e nel quale appunto si scopre quanto importanti diventano gli altri sensi per orientarsi in situazioni complicate e quanto poco li conosciamo ed utilizziamo davvero.
Penso che a tutti debba esser data la possibilità di fare questo “viaggio nell’oscurità”, anche per capire davvero il concetto di handicap e le situazioni che lo definiscono.
Alessandra Riva 2B secondaria
La storia del maestro che sfido’ la guerra
Il libro scelto per il secondo appuntamento col club di lettura del Longone, quello del mese di dicembre, si intitola: LA STORIA DEL MAESTRO CHE SFIDO’ LA GUERRA.
Trama:
Vi si narra la storia di una ragazzina afghana di circa 10 anni, molto coraggiosa e intraprendente, la quale, ricevuto un libro da un eccentrico Maestro che gira per i villaggi in bicicletta regalando testi (e dunque libertà), comincerà a leggerlo ad alta voce scatenando l’ira del regime talebano, ma muovendo anche simpatie e solidarietà. L’autore tratta argomenti importanti e complessi, invitando noi lettori a confrontarci con essi pur mantenendo uno stile avventuroso e vicace.
Ve lo consigliamo pienamente perché è molto scorrevole, ci metti circa due tre giorni a terminarlo e ne vale davvero la pena anche perchè stimola discussioni su situazioni e realtà solo in apparenza lontane.
BUONA LETTURA!
informazioni sullo scrittore:
Alberto Melis, scrittore italiano appassionato di fotografia collabora dal 1990 con il quotidiano "L’unione sarda", sulle cui pagine culturali ha pubblicato oltre 500 articoli Nel 1995 pubblica il suo primo volume, "La terza meta’ del cielo".
Del 1996 è invece il romanzo: "Gli occhi del barbagianni".
Poi comincia a pubblicare libri dedicati in modo specifico ai ragazzi. Nel 2019 si è aggiudicato il premio Andersen con il romanzo "Ali Nere".
Ad ottobre del 2020 Alberto Melis ha deciso di porre fine alla sua attività di scrittore per ragazzi e di dedicarsi alla fotografia.
alla scoperta dell'universo
Quest’anno noi di quinta stiamo studiando in scienze l’universo, un tema che da sempre mi ha affascinato e che non vedevo l’ora di affrontare più direttamente, con informazioni più specifiche e dettagliate. Certo non sarò io a svelarne i misteri, ma con questo articolo vorrei scrivere un piccolo vademecum sugli aspetti principali di questo ancora infinito (è proprio il caso di dirlo) mistero.Pietro Bongiorno 5A primaria
miti dello sport: Michael Schumacher
La vicenda sportiva e umana di Michael Schumacher è tra quelle che ci fa pensare a tutti gli effetti di trovarci di fronte ad un mito.
Vale la pena di ricordarla brevemente: nasce a Hurt, in Germania, in una famiglia di modeste condizioni sociali ed economiche, dai coniugi Rolf, muratore, ed Elisabeth. A quest'ultima,venuta a mancare dopo una lunga malattia nel fine settimana del Gran Premio di San Marino 2003, Michael ha dedicato la vittoria conseguita.
Ha un fratello minore, Ralf, anche lui pilota in Formula 1.
La sua passione per le auto, sport in cui diventerà per un lungo periodo di tempo quasi imbattibile, è a dir poco precoce visto che a soli 4 anni era alla guida di un kart.
Dal 1º agosto 1995 è sposato con Corinna Betcsh, con la quale ha avuto due figli: Gina Maria, nata il 20 febbraio 1997, e Mick, nato il 22 marzo 1999, il quale ha seguito le orme paterne diventando anche lui pilota automobilistico.
La passione di Michael per le auto, sport in cui diventerà per un lungo periodo di tempo quasi imbattibile, è a dir poco precoce visto che a soli 4 anni era alla guida di un kart. In carriera arriverà a conquistare 7 titoli mondiali (2 con la Benetton e 5 con la Ferrari), 91 vittorie, 68 pole position.
Oltre che essere un pilota completo in ogni aspetto, ebbe anche grandi doti da collaudatore in grado di far crescere le proprie vetture e straordinario per tutti gli italiani è stato il binomio vincente con la Ferrari: mito su mito praticamente. Schumacher è stato senza dubbio l'icona più popolare del circus nella sua generazione.
A carriera conclusa da poco più di un anno, il 29 Dicembre del 2013, cadde mentre sciava a Meribel in Svizzera (lo sci era la seconda delle sue passioni dopo la velocità in auto) e da allora è in coma. Una situazione clinica che ormai si protrae da 11 anni e dalla quale la moglie Corinne lo ha protetto, senza mai far trapelare troppe informazioni sul suo stato salute effettivo così da non alimentare curiosità morbose.
Un altro aspetto che contribuisce allo stesso tempo a farne una persona fragile e concreta e ad alimentarne il mito.
Simone Scandurra

Oceania 2 è un film d'animazione uscito al cinema nel novembre 2024 che presto sarà visibile sulla piattaforma Disney+ e che segue dopo 8 anni le avventure di Vaiana e Maui
la storia
Durante la cerimonia in suo onore per essere riconosciuta come "Tautai", ovvero come navigatore ed esploratore di riferimento dell'isola, Vaiana riceve una visione dal suo antenato, Tautai Vasa, il quale le rivela il motivo per cui nessuno è più connesso all'oceano: il malvagio Dio delle tempeste Nalo, desiderava il potere sui mortali e per questo ha fatto sprofondare un'isola mistica chiamata Motufetu negli abissi dell'oceano.
Motufetu collegava tutte le isole e i popoli e l'isola di Motunui sarà presto deserta se la nostra eroina non riuscirà a trovare un modo per farla riemergere, ristabilendo il collegamento tra tutti i popoli dell'oceano.
Vaiana, su consiglio della madre Sina, raduna un equipaggio composto da alcuni abitanti di Motunui: l'artigiana Loto, che si occuperà della zattera, Moni, un cantastorie, che conosce diverse leggende e fan sfegatato di Maui, e Kele, un anziano contadino burbero, che si occuperà delle provviste. Con loro ci sono anche i suoi inseparabili animali, il maialino Pua e il gallo Heihei. Durante la ricerca naturalmente ritroveremo Maui, ma anche i temibili “pirati” Kakamora e il granchione Tamatoa
personaggi
Una delle caratteristiche principali di questo sequel è sicuramente la presenza di numerosi personaggi ai quali viene dato risalto per vivacizzare la trama, anche senaturalmente protagonisti indiscussi restano la coraggiosa Vaiana Waialiki (doppiata in originale da Auli’i Cravalho e in italiano da Emanuela Ionica per i dialoghi e Chiara Grispo per il canto e il “divo” Maui doppiato in originale da Dwayne Johnson e in italiano da Fabrizio Vidale.
Molto divertenti tra i nuovi arrivi Moni: è un membro dell'equipaggio di Vaiana, esperto di miti e leggende e fan sfegatato di Maui. Kele che è un contadino scontroso e membro della squadra di orientamento di Vaiana. Nalo che è il malvagio dio delle tempeste e principale antagonista del film. È un dio crudele, spietato, arrogante e assetato di potere.
recensione da parte nostra
Noi personalmente abbiamo adorato la storia, soprattutto la parte della tempesta quando Vaiana è diventata un semidio.
Bellissima inoltre la parte finale quando Oceania porta tutti gli altri popoli, incontrati su Motufetu, nella sua isola Motunui.
a chi lo consigliamo
Questo film lo consigliamo a bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni
Greta Prastaro e Giovanna Raffaini 2B
album "Hello world" P-T-N
"Hello World" è il sesto album della band italiana Pinguini Tattici Nucleari, che è stato pubblicato il 6 dicembre 2024. Questo album è davvero speciale perché segna un altro capitolo nella carriera del gruppo, che è diventato famoso per il suo stile unico che mescola pop, rock e testi pieni di emozioni.
Il tour e il singolo
Tra giugno e luglio 2024, i Pinguini Tattici Nucleari hanno iniziato il loro "Hello World Tour", un giro di concerti in cui hanno portato la loro musica in tante città! Durante quest'estate, il 13 settembre 2024, hanno anche lanciato il singolo "Romantico ma muori" che è stato molto apprezzato dai fan.
Il 5 novembre 2024, hanno annunciato che il loro nuovo album sarebbe uscito a dicembre, con il titolo "Hello World".
Il disco
L'album "Hello World" contiene 15 canzoni, tutte scritte dal frontman della band, Riccardo Zanotti, insieme agli altri membri del gruppo, Marco Paganelli e okgiorgio. Una traccia, intitolata "Migliore", è stata anche realizzata con la collaborazione di Enrico Brun.
Le tracce dell'album:
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Cos'è speciale in "Hello World"?
Ogni canzone racconta una storia diversa, con temi che vanno dall'amore, alla nostalgia, fino alla riflessione su come viviamo nel mondo digitale.
"Hello World" è un album che parla di crescita, emozioni e anche di come ci sentiamo nei giorni più difficili. Se ti piace la musica che ti fa pensare e ti coinvolge, questo disco è davvero perfetto per te!
Greta Prastaro e Giovanna Raffaini 2B
DICEMBRE 2024
Regali perfetti da fare a Natale

Sei nella mia stessa situazione? Non sai cosa prendere come regalo di Natale ai tuoi amici, parenti o compagni di classe? Beh il giornalino della scuola è qui per te.
Ragazzi e ragazze dai 10 ai 16 anni
Tra i ragazzi di 12 anni vanno sempre molto di moda i videogiochi per la PlayStation. Un'altra tendenza tra gli adolescenti è la fotografia con le classiche macchine fotografiche Polaroid. Offrono una perfetta atmosfera retrò e permettono di stampare piccole istantanee.
In alternativa, esistono anche mini stampanti che puoi portare in giro e che si collegano per via bluetooth ai telefoni.
Un altro regalo decisamente in voga sono le scarpe, per noi ragazzi è una vera e propria fissa!
In particolare le ragazze…
Per le ragazze si può pensare naturalmente a dei trucchi e non sto pensando a quelli di magia: molti negozi offrono delle pochette con dentro un set di prodotti per il make-up e prodotti per skin-care.
Seguendo lo stile di ogni singola ragazza poi un regalo che farebbe tutte felici penso che sia un capo d’ abbigliamento: jeans, felpe, camicette, cappelli, cappotti non annoiano mai!
Una cosa che sicuramente piace alle ragazze sono, dulcis in fundo, le cover dei telefonini. Io ne avrò dieci a casa: rendere chic il proprio telefono è una vera passione.
Ai ragazzi/e che fanno tanto sport
I vostri amici/parenti fanno uno sport a livello agonistico che gli porta via tanto tempo e passione? Allora potreste regalargli del materiale per il loro sport, ad esempio se fa calcio dei parastinchi o un pallone, se fa pallavolo le ginocchiere o i manicotti e così via. Oppure ancora una partita della loro squadra del cuore o una maglietta del loro giocatore preferito.
Carolina 2b scuola secondaria
Un elfo per amico
Il Natale è ormai vicino, vicinissimo, anzi magari per voi che mi leggete è già passato e i pensieri di tutti vanno spontaneamente verso la positività, la bellezza, l’affetto, l’amicizia.
Il mio pensiero bello per questo Natale e per questo dicembre è un elfo adottivo che ho chiamato Pandizenzero, di cognome Ginger.
L’elfo fa parte della categoria di Elf mates, della Elfo toys maker, che è parte, originariamente della serie di The elf on the shelf. Si tratta di una linea di elfi dalle dimensioni di circa 25/30 cm, identificabili attraverso i vari colori (verde con il ciuffo viola, come il mio, rosso con il ciuffo azzurro e verde con il ciuffo verde).
Per avere anche voi il vostro elfo adottivo dovrete creare una porticina con qualunque materiale, poi dovrete costruire o stampare il contratto elfico.
Successivamente a queste pratiche “burocratiche”, dovrete leggere tutti in famiglia una filastrocca di accoglienza davanti alla porticina e poi tutti insieme dovrete firmare il contratto di adozione.
Dal 2 dicembre anche in classe abbiamo un elfo che accompagna le nostre giornate.
Consiglio dunque a tutti quelli che condividono l’idea che dare vale più che ricevere, come regalo speciale per queste feste un Elfo, anche se alcuni se ne vanno il 25 dicembre, seguendo Babbo Natale.
Tommaso Rogari classe 4^ scuola primaria
I fiocchi di neve di Poppella
Il mio papà è di origini napoletane, per cui spesso vado in quella splendida città per visitare i miei parenti, guardarne le tante bellezze, godere la vista del mare, del Vesuvio e poi… perchè mio fratello è un accanito tifoso degli “Azzurri” e non perde occasione per vederne le partite allo stadio.
Ma Napoli, si sa, è conosciuta soprattutto per la sua cucina spettacolare e buonissima: la pizza, le ricce, gli struffoli, i friarielli e… i fiocchi di neve di Poppella.
I fiocchi di neve (detti anche nuvole di panna) hanno una ricetta segreta, perché la pasticceria Poppella (che detiene l’esclusiva di questo dolce) vuole tenerla nascosta.
Il dolce ha forma ovale e gli ingredienti (oltre a quello segreto naturalmente) sono normalissimi: farina, uova, acqua, mentre il ripieno può essere di cioccolato, panna o pistacchio. Io ho assaggiato questo squisito dolce per la prima volta ad ottobre, quando fortunatamente nel negozio di Poppella non c’era molta fila e vorrei descrivervi la sensazione di quando ho dato il primo morso ad un fiocco di neve. La prima cosa è stato il morbido un po’ bagnato della parte interna, accompagnato subito dopo dall’esplodere della panna che mi ha come invaso il palato con una delicatezza infinita.
Ma in realtà descriverne la bontà è praticamente impossibile e invito tutti voi invece a provare i fiocchi e ad andare a Napoli, dove, oltre a vedere il Vesuvio, Mergellina, Maradona (lo stadio e il murales), i bassi e tutto il resto, dovrete fare per forza… un salto da Poppella.
Vittoria (con l’aiuto di Stefano) classe 3^ primaria
Mondiali di scacchi
Quello degli scacchi è uno dei giochi strategici più antichi al mondo, che si svolge su un tavoliere (la mitica scacchiera appunto) formata da 64 caselle o case (32 bianche e 32 nere alternate) dove si muovono i pezzi di gioco (16 a giocatore: 8 pedoni, 2 alfieri, 2 torri, 2 cavalli, una regina e un re).
Nato in India intorno al VI secolo e codificato poi nel corso dei secoli in Europa (Italia e Spagna soprattutto), ha acquisito la sua attuale regolamentazione nel 1800.
Dal 1560 al 1886 i mondiali di scacchi non erano ufficiali, si trattava di competizioni internazionali non formalizzate, lo sono diventati dal 1887 ed il primo vincitore fu Wilhelm STEINITZ (che per ben 8 anni di fila è stato il campione mondiale!). Altri nomi leggendari che hanno detenuto il titolo son stati l’americano Bobby Fischer, i due russi Karpov e Kasparov, Magnus Carlsen, Capablanca, Lasker.I mondiali di scacchi di quest’anno si sono svolti dal 25 novembre al 13 dicembre a Singapore nel resort World Sentosa. Vi hanno partecipato 8 giocatori con un coefficiente di almeno 2550 di ELO (l’ELO è il punteggio in numero degli scacchisti), i quali si sono affrontati con un tempo di 2.30 e 30 secondi di incremento (incremento vuol dire tempo aggiuntivo a mossa).
Il campione del mondo in carica era il cinese Ding Liren (nato a Wenzhou nel 24 ottobre 1992) che aveva battuto nell’ultima finale il russo Ian Nepomniachtchi.
Ebbene proprio Liren è stato battuto in finale dal prodigio Indiano Gukesh, che pensate a soli 18 anni è diventato il più giovane campione del mondo di scacchi.
Un vero, autentico stimolo per il mondo degli scacchi e per chi come me si cimenta in maniera agonistica con questo meraviglioso gioco in cui non bisogna mai sottovalutare l’avversario e che anche al Longone ha una lunga tradizione.
Leonardo Lorenzin classe 1a secondaria
Quando il convitto diventa casa
Forse, non tutti sanno che il Convitto Nazionale Pietro Longone non è solo la nostra scuola ma è anche la casa di tanti altri studenti.
Infatti oltre alla scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado e i licei, la sede di via degli Olivetani ospita anche un grande convitto residenziale maschile, una struttura che accoglie al proprio interno, 24/24 7 giorni su 7, ragazzi (dalla prima media fino alla maturità) che decidono di studiare fuori sede, lasciando dunque le proprie famiglie e le proprie città.In questo primo articolo vi racconteremo quello che abbiamo visto, accompagnati dagli educatori che lavorano all'interno del settore Convitto appunto, e nei prossimi vi faremo conoscere, attraverso delle interviste, alcuni dei ragazzi che hanno scelto di vivere qui per studiare e inseguire i propri sogni.
Il convitto residenziale è diviso su 3 piani: al primo piano ci sono alcune camere, i bagni e l'ufficio degli educatori; al secondo e al terzo piano invece sono collocate la maggior parte delle camere, i bagni, due aree in comune e una seconda stanza per gli educatori.
Sono questi ultimi infatti che si occupano dei ragazzi, della loro quotidianità, dei loro bisogni e li seguono in tutte quelle cose che necessitano di una persona adulta.
I ragazzi quando vogliono o durante le festività rientrano nelle proprie famiglie; alcune vicine, per esempio in Emilia Romagna, in Piemonte, ma tante altre più lontane, nelle regioni meridionali del nostro paese. Ci sono anche ragazzi provenienti dalla Spagna e dalla Francia.
Nel Convitto c'è inoltre una lavanderia e naturalmente la mensa che condividono con noi studenti durante la settimana.
La maggior parte dei convittori sono allievi ballerini dell’Accademia del Teatro alla scala, ma ci sono anche allievi di altre Accademie di ballo, calciatori, un musicista del conservatorio di Milano, uno schermidore e un giocatore di basket.
Insomma in questo piccolo mondo ci sono tanti ragazzi, come noi, che si impegnano giorno dopo giorno e che vivono lontani dalle proprie famiglie per poter realizzare i propri sogni.
Ne conosceremo meglio qualcuno al prossimo articolo… seguiteci
Alessandra, Carolina, Simone, Greta, Giovanna e Maria
NOVEMBRE 2024
Toast il porcellino d’india
Toast è un porcellino d’India, il mio porcellino d’India.
E’ nato il 4 maggio del 2024 ma io lo adottai il 30 giugno, quando lo abbiamo preso al Viridea.
Una delle tante cose che mi piacciono di questo animaletto è che appena qualcuno entra in casa inizia a squittire ad alta voce (anche se alcuni dicono che quel verso è simile al maiale, da cui appunto il suo nome).
Il porcellino d’India (conosciuto anche col nome di cavia domestica) può vivere fino a 14 anni anche se solitamente arriva agli 8.
Il mio Toast ha un pelo rossiccio, 2 zampe rosa e 2 nere (caratteristica che lo rende decisamente originale).
Il suo cibo preferito è il cetriolo ma i porcellini d’india possono mangiare anche: radicchio, bietole, broccoli, cicoria, insalate e alimenti ricchi di vitamina C (pur se a piccole dosi) e poi ancora spinaci, peperoni rossi e cavolo.
Il porcellino d’india è un po’ come un gatto perchè fa davvero tantissime fusa.
In passato questi simpatici roditori, vista la loro somiglianza biologica con gli esseri umani, venivano usati per gli esperimenti scientifici (per questo si chiama cavia), ma per fortuna ora si usano come animali da compagnia ed essenzialmente domestici.
Dopo la lettura di questo articolo, che spero vi abbia interessato, magari vi verrà voglia di adottare un porcellino d’india: vi assicuro che sarà una buona idea.
Io intanto mi tengo stretto il mio Toast.
Tommaso Rogari classe 4a primaria
Il filo rosso
Il filo rosso è il nome della nuova canzone di ALFA, che è uscita il 18/10/2024. E’ la sua prima pubblicazione dopo l’uscita di “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato,” il suo terzo album in studio.
Il testo, molto intenso e ripetitivo, descrive le emozioni di chi vive una storia d’amore a distanza. La canzone parla di un amore che toglie il sonno e che occupa i pensieri giorno e notte. Anche se questa storia d’amore non finisce bene, l’intensità dei sentimenti rimane. Il protagonista passa molte notti insonni pensando a lei, mentre lei, nel frattempo, ha iniziato una nuova relazione. Ironizzando, lui descrive il nuovo fidanzato di lei come un calciatore con la carriera promettente ma interrotta da un infortunio. In generale, la canzone riflette su come i rapporti possano cambiare, passando da sconosciuti a innamorati, e poi di nuovo a estranei.
Il nostro commento:
"Il Filo Rosso" di ALFA è un brano che colpisce per la sua capacità di evocare emozioni profonde. La melodia, dolce e avvolgente, si lega bene al testo riflessivo, pieno di immagini che fanno pensare. ALFA riesce a raccontare la complessità dell’amore, non perfetto ma reale, con tutte le sue debolezze e contraddizioni. La sua voce, piena di sentimento, rende l’ascolto molto coinvolgente.
Greta Prastaro e Giovanna Raffaini, Classe 2B
Iwàjù: City Of Tomorrow
E’ una serie animata nigeriana che ci porta in un futuro alternativo di Lagos, una città in continua evoluzione, ma comunque con una forte identità. La serie, che potete vedere sulla piattaforma Disney TV, non solo si concentra su un mondo futuristico, ma esplora anche le sfide e le opportunità che la Nigeria, e l'Africa in generale, si trovano ad affrontare nel 21° secolo.
La trama di "Iwájú" ruota attorno a due giovani: Tola, una brillante scienziata che lavora per una società tecnologica all'avanguardia e Kole, un giovane delinquente che cerca di sopravvivere in un quartiere povero e violento. Le loro vite si intrecciano in un vortice di eventi, sfide e scelte cruciali che li costringono ad affrontare il passato, il presente e il futuro della loro città.
Ecco alcuni punti chiave che, secondo noi, rendono "Iwájú" una serie interessante.
- Un futuro vibrante e realistico: La serie presenta un futuro immaginario che si basa su elementi realistici e sulle sfide sociali e tecnologiche che l'Africa affronta oggi. Lagos diventa un centro di innovazione tecnologica, ma anche contestualmente un luogo di disparità sociale e conflitti.
- Personaggi complessi e convincenti: Tola e Kole sono personaggi pieni di sfumature, con aspirazioni, debolezze e conflitti interiori che li rendono autentici e facilmente identificabili. Le loro storie ci permettono di entrare in contatto con diverse realtà e prospettive.
- Un'esplorazione di temi importanti: la serie affronta con sensibilità temi importanti come la corruzione, la povertà, la disparità di genere, l'innovazione tecnologica e la ricerca di un futuro migliore per la Nigeria.
Un'animazione di qualità: La serie presenta uno stile grafico moderno e dettagliato che dona vita alla città di Lagos e ai suoi abitanti. I colori vivaci e i dettagli culturali contribuiscono a creare un'atmosfera vibrante e realistica.
Invito a vedere la serie televisiva: "Iwájú" è una serie che va oltre l'intrattenimento, offrendoci una riflessione profonda sul futuro dell'Africa e sui cambiamenti sociali e tecnologici in atto. È una serie che invita alla riflessione, ma che allo stesso tempo ci offre un'esperienza visiva ricca e coinvolgente. Se siete curiosi di esplorare un futuro alternativo e di conoscere le sfide e le opportunità del continente africano, "Iwájú: City of Tomorrow" è una serie che vale la pena vedere, come è stato per noi.
Greta Prastaro e Giovanna Raffaini, Classe 2B
Scuola natura a Zambla alta
Lunedì 28/10/24 ore 8.30: la classe V primaria del Longone al completo, agli ordini delle Maestre Giovanna, Chiara ed Eleonora è partita per 4 giorni verso la sua prima Scuola Natura, progetto istituito dal Comune di Milano, che coinvolge ed ospita da ormai 45 anni all’interno delle proprie case vacanza, dislocate tra mare, montagna e lago, alunni di materna, primaria, scuola secondaria di primo grado.
Arrivati in autobus emozionati e belli carichi a Zambla alta nel bergamasco, sede del nostro soggiorno, siamo stati accolti da un educatrice di nome Asia che ci ha offerto un tè caldo e ci ha condotto nelle nostre camere, che avevano tutte dei bellissimi disegni “spaziali” (stelle, pianeti ecc… ), spiegandoci le regole cui avremmo dovuto attenerci nella struttura e quel che avremmo fatto in quel primo giorno. A cominciare dal pranzo (dopo il viaggio in autobus confessiamo che i nostri stomaci brontolavano) che prevedeva una buonissima pasta al sugo.
Terminato il pranzo e disfatte le valigie, siamo andati a fare il controllo pidocchi (aiuto) e fortunatamente nessuno ne aveva. Abbiamo quindi appreso dai nostri educatori pomeridiani (Giuseppe e Giorgia) come si sarebbero svolte le giornate, cioè, ci si svegliava alle 8:00,si faceva colazione alle 8:30, alle 9:00 si iniziava l’attività mattutina, alle 13:00 si pranzava, dalle 13:30 alle 14:30 intervallo e, dopo alcune attività che avrebbero coinvolto il pomeriggio, abbiamo concluso la nostra prima giornata con la cena e una buonissima torta per festeggiare la nostra compagna Levante che compiva 10 anni.
Tra le escursioni quotidiane che più ci hanno entusiasmato nel corso della nostra permanenza, c’è stata certamente quella del Parco avventura, che prevedeva la possibilità di sperimentare diversi percorsi, ognuno caratterizzato da uno specifico colore: quello verde (di livello facile), il percorso blu (di livello medio), il percorso rosso (come il percorso blu però più alto) e infine quello nero (molto molto difficile) che infatti nessuno di noi si è azzardato a fare anche perchè era solo per più grandi. C’era però anche il percorso viola per bambini che era bellissimo e divertente.
Un'altra escursione davvero particolare e interessante è stata quella in miniera, dove abbiamo potuto sentire il suono, il silenzio e il buio di quel luogo, oltre ad avere tante notizie sul lavoro che vi si svolgeva ed ancora si svolge.
L’ultima sera infine abbiamo fatto la mitica serata disco, dove ci siamo scatenati nel ballo fino ad avere tutti la voce rotta: è stata la migliore conclusione di un’esperienza bellissima.
W scuola natura, W la quinta del Longone!
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Lorenzo e Pietro classe V primaria
MARGOT SIKABONYI AL LONGONE: LARA VUOL ESSERE FELICE
Il 28 novembre ha riaperto i battenti il gruppo di lettura del Longone che, condotto ed organizzato con dolce tigna dalle Educatrici Spidalieri e Smiriglia, ospita ormai da qualche anno astri nascenti e nomi già consolidati del panorama letterario italiano. E si è trattato di una ouverture di notevole impatto perché, al centro del cerchio allestito all'interno dell’Auditorium del Convitto, Margot Sikabonyi ha illuminato la serata in forza di una semplicità carismatica ed una affabulazione diretta quanto coinvolgente.L’attrice/scrittrice, autrice del suo primo romanzo (Lara vuol essere felice edito da Cairo), ha dialogato con gli intervenuti su questa storia “zen” la cui protagonista è una giovane donna che, dopo aver attraversato la propria esistenza senza fallire un colpo (ballerina professionista, moglie innamorata, madre di due splendide gemelle), si ritrova inaspettatamente a fare i conti con la propria mancata perfezione, alla spasmodica ricerca di quel “giusto” e di quella “necessità di controllo” che tanto condiziona le nostre quotidianità fino a logorarle e in troppi casi a divorarle. Procedendo per tentativi tragicomici, abborracciamenti inconsulti, squarci lirico-poetici e cozzate de capoccia contro la dura realtà, Lara si libererà del proprio censore interno sempre pronto a giudicarci (e giudicare) e scoprirà che la felicità tanto anelata sta nell’hic et nunc del momento vissuto.
E, a nome di chi c’è stato, ringraziamo Margot per averci donato un “qui ed ora” di incantevole empatia, che ha riscaldato cuore ed anima in un umido giovedì milanese.
Redazione
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Primo club di lettura per ragazzi al Convitto Longone
Questo è il primo anno che il Convitto Longone promuove il club di lettura rivolto agli alunni.
Al progetto aderiscono in particolare le classi prime di Via Olivetani, cioè la 1°A e la 1°B.
Il progetto prevede la lettura di un libro al mese, che sarà oggetto di discussione e confronto durante l’incontro con le coordinatrici del progetto stesso, le Educatrici Spidalieri e Smiriglia.
Ogni classe ha scelto per l'evento un nome: la 1°A è “La leggenda bianca”, la 1°B si presenta invece come “ Le marmotte legge…ndarie’’.
La lettura proposta per il mese di novembre è "LA STORIA DI MINA” di David Almond
A cura di Ottavia,Sofia,Elisa V. e Elisa D. della 1°B
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OTTOBRE 2024
Uscita didattica della scuola primaria a...

La data segnata sul calendario era quella di venerdì 11 e il punto localizzato del “fuori scuola” 2024 era in quel di Fallavecchia, frazione di Morimondo, piccola ma ben nota oasi verde nel cuore dell’area più industrializzata ed urbanizzata d’Italia. Qui, accompagnati da docenti ed Educatori al gran completo, i bambini delle classi I, III, IV e V hanno potuto assistere nello scenario dell’antica cascina di Fallavecchia appunto e nell’eccentrico teatro/tenda circense approntato per l’occasione, ad un alquanto stimolante allestimento teatrale dal titolo “Rapsodia di acqua e fuoco”.
Portato in scena dalla compagnia teatrale “Pane e Mate” (davvero bravissimi capocomico, attrici ed artisti tutti: vivissimi complimenti ai loro costumi donchisciotteschi e all’ispirazione cavalleresca che li ha guidati), lo spettacolo ha portato i nostri piccoli in un percorso di installazioni sensoriali ispirate ai 4 elementi naturali (più il legno) e proprio ai 5 sensi.
Tutto con l’obiettivo di restituire ad ognuno il dono più grande: quello della conoscenza che arriva dall’ascolto e dall’apertura all’ignoto e alla condivisione.
Rifocillatici avidamente grazie al lauto pranzo al sacco preparato dalla nostra augusta mensa, tutti i nostri neo insigniti giovani cavalieri/e hanno fatto un po’ di intervallo ruzzolando e correndo per le aree verdi lì attorno. Il pomeriggio si è infine concluso con due piccole quanto significative esperienze: la visita al cavallo (una carezza ad un cavallo non si scorda mai) e alle mucche ospitati in cascina (splendido vedere la tenerezza di un vitellino appena in grado di tenersi in piedi e che cercava di strusciarsi ad ognuno di noi al suo passaggio).
Insomma come potrete verificare da queste scarne righe di cronaca, una giornata senza dubbio riuscita, nella quale lo stare assieme ha fatto da motore ed innesco ad attività tutte di bell’interesse, immerse perdipiù nel verde.
Che volere di più? Beh tornare al Longone e godersi il weekend in attesa di altre uscite e nuovi momenti da trascorrere in compagnia.